Storia degli apparecchi dentali

DiAnna Tauri

Set 14, 2022

La maggior parte delle persone crede che gli apparecchi dentali abbiano una storia relativamente breve, che si siano sviluppati solo nel '900 trattandosi di un prodotto abbastanza moderno, ma la realtà è ben diversa e sono molto più antichi di quello che si pensa, addirittura le prime scoperte riguardano i periodi precristiani.

La dentatura storta purtroppo è una problematica presente sin dai tempi antichi e con essi il desiderio di poterli sistemare regalando un perfetto sorriso ai malcapitati.

 

I primi rinvenimenti

Durante alcuni scavi archeologici dei popoli greci ed etruschi sono stati rinvenuti dei veri e propri apparecchi dentali che sembrano essere stati realizzati anche in maniera abbastanza funzionale; l'epoca in cui essi si collocano è ben 1000 anni prima della venuta di Cristo, quindi parliamo di un periodo molto antico e più vicino alla preistoria ma che, allo stesso tempo, riesce a vedere un fiorente sviluppo nella medicina e nella tecnologia.

I primi veri studi però, a cui è stato possibile accedere, sono un po' più recenti e risalgono al primo secolo dopo Cristo; un medico di nome Aulo Cornelio Celso spiegava come era necessario sistemare e ricollocare un dente appena spuntato nella bocca di un bambino in seguito alla caduta del dente da latte.

 

Gli studi nel Rinascimento

Lo stesso Leonardo Da Vinci diede molto risalto alle proporzioni del volto impostando dei canoni di estetica che vengono utilizzati ancora nei nostri giorni per sistemare una dentatura storta.

Agli studi di questo grande uomo si rifece anche un noto medico francese che sviluppò uno dei primi prototipi di apparecchio per i denti decidendo di utilizzare dei fili di legatura in modo che si raddrizzassero e divenne in seguito noto come fascia; fu sempre in Francia che si comprese la necessità di eliminare i premolari in modo da fare spazio all'interno della bocca per poi riuscire a sistemare quei denti storti o accavallati sul davanti.

 

La nascita degli apparecchi moderni

Nei primi del 1800 la palla passò al medico americano Edward Angle che si interessò molto all'argomento diventato poi un grande esperto; i metodi da lui ideati vennero utilizzati nella maggior parte del paese. Il dentista realizzò un apparecchio che sfruttava la presenza di un filo posizionato sulla superficie esterna dei denti chiamata 'labiale' e mantenuto da alcune fascette applicate sui molari e poi legate ad altri denti per mantenere il tutto ben fermo.

Queste tecniche hanno guidato l'ortodonzia per diversi anni fino ad arrivare agli inizi del 1900 dove, sulla base di questi studi, sono stati creati nuovi apparecchi, un po' più moderni ma che riuscissero ad offrire dei risultati maggiori.

 

Il presente

Oggi la situazione è ben diversa perché mentre all'inizio si pensava soltanto alla funzionalità del prodotto stesso e al risultato finale, cioè regalare una dentatura perfetta, oggi si pensa molto anche al lato estetico; si è dedicato moltissimo tempo allo studio e alla realizzazione di apparecchi che fossero funzionali ma allo stesso tempo non rendessero il sorriso brutto da vedere.

Grazie all'adozione dell'imaging computerizzato 3D oggi è possibile pianificare dei trattamenti specifici per ogni singolo soggetto e a seconda della problematica esistente in modo che gli apparecchi risultino essere più confortevoli ed offrire maggiori risultati.

La vera e propria innovazione dell'era moderna si è avuta con l'avvento degli invisalign, un percorso personalizzato e studiato su ogni singolo paziente che prevede l'utilizzo di diverse mascherine trasparenti e quasi impercettibili per gli estranei, che ricoprono completamente la dentatura e la raddrizzano fase dopo fase, sono mobili nel senso che possono essere rimossi quando si pranza e se ne consiglia l'utilizzo per almeno 20 ore al giorno.

Si tratta di una soluzione con un costo più elevato rispetto agli apparecchi tradizionali ma viene preferito spesso da coloro che hanno già superato l'adolescenza e necessitano di raddrizzare la dentatura senza avere il fastidio estetico di un apparecchio fisso.

Di Anna Tauri

Scrivo per creare connessioni. Questo è ciò di cui parlano la mia vita e le mie parole.