Quando le abitudini degli altri diventano nostre

DiAnna Tauri

Apr 7, 2022

Tutto il mondo è paese, si dice. E con la globalizzazione che avanza, in ogni angolo del mondo, o quasi, si trova qualcuno che mangia esattamente quello che mangiamo noi, si veste con le stesse marche, guarda gli stessi film. Ci influenziamo tutti e dappertutto, e spesso condividiamo anche gli stessi pensieri. Che questo sia un bene o un male, bisogna ancora capirlo.

L’influenza cattiva

Se mangiamo tutti le stesse cose lo dobbiamo alle grandi multinazionali dei fast food in giro per il mondo: panini più o meno imbottiti, patatine croccanti e bevande gasate che fanno impazzire grandi e piccini. Inoltre si trova anche la pizza, che noi facciamo ancora fatica a paragonare a quelle tradizionali delle nostre pizzerie. Qualcosa che si può mangiare una, o due, volte al mese, diventa il pasto preferito da regalarsi ogni settimana, magari anche più volte. I bambini lo adorano, ma dargli un’istruzione alimentare è fondamentale per non ritrovarsi con problemi seri sia per quanto riguarda l’alimentazione, che per l’aspetto fisico-psicologico legato ad esso.

Ne vediamo già tante persone che soffrono nell’attuale popolazione, e tanti sono i programmi tv che ce li sbattono proprio in faccia: basta cercare anche solo qualche dato su internet o dei semplici articoli di giornale, per capire quanto sia aumentato il problema dell’obesità. Questa patologia esiste, e resiste, facendosi largo nell’Occidente più industrializzato, che non ha più tempo né voglia di preparasi un pasto salutare. E ne paga le conseguenze.

L’influenza buona

Un’altra abitudine che sta prendendo il sopravvento in Italia è l’uso delle lavanderia a gettoni come quelle proposte da Dry-tech.it . Si sceglie anche qui di non avere la lavatrice, e soprattutto l’asciugatrice, e utilizzare questo servizio fuori casa. Non comodissimo ma efficiente. Sono molte ormai le persone nelle grandi città, ma non solo, che non hanno la lavatrice in casa, e in America, quante volte l’abbiamo visto in tv, è spesso in una sala apposta del palazzo.

Oppure ci si reca in una lavanderia, magari a gettone, esattamente come quelle che ormai vediamo in ogni quartiere, quando ne hanno bisogno. In ogni modo, sembra convenire da più punti di vista: si risparmia tempo, perché i lavaggi nelle lavanderie sono più rapidi, sicuramente non si fanno partire mezze vuote e si possono mettere capi anche piuttosto grossi come i piumoni che usiamo per scaldarci nei mesi più freddi invernali. Anche economicamente sembra essere un vantaggio perché tra consumo di acqua, elettricità e detersivo il costo qui sembra decisamente inferiore. Una buona idea da prendere in considerazione anche come gesto eco sostenibile che, di questi tempi, non è cosa da poco.

La moda

Le mode, che siano belle o davvero brutte, vanno e vengono, di qualunque argomento si tratti, dalla marca di abbigliamento alla serie tv da guardare, e sicuramente ci rendono tutti uguali da una parte all’altra dell’oceano. Tutto ciò sta facendo sparire piano piano le nostre abitudini, tradizioni, come le identità nazionali e, soprattutto, personali. E questo non ci permette neanche di superare i confini del cosiddetto ‘diverso’, anzi, è come nascondere la testa sotto la sabbia.

Vestirci tutti in modo uguale, usare tutti gli stessi modelli di auto e telefoni, e fare tutti le stesse cose, non ci rende comunque davvero uniti e vicini. Si nota nelle scene ormai frequenti, chiamata febbre da tecnologia, in quelle code chilometriche fuori dai negozi, per tentare di accaparrarsi per primi l’ultimo modello uscito.

La globalizzazione porta tutto, senza vie di mezzo e senza avvertirci se ci farà più bene che male, e vale anche per le questioni importanti, come le sperimentazioni scientifiche, utilissime nella medicina. Bisognerebbe imparare a scegliere da cosa farci travolgere ma è più facile a dirsi che a farsi: appartenere a qualcuno, a qualcosa di più grande, è da sempre nel DNA dell’uomo.

Di Anna Tauri

Scrivo per creare connessioni. Questo è ciò di cui parlano la mia vita e le mie parole.